CLOWN E GIOCO SCENICO
ovvero come approcciare il gioco clownesco sfruttando la molteplicità delle cose. (…e non solo le cose che sono cose ma anche le cose che non sono cose)
Insegnante: Emanuele Avallone
Durata: 40 ore
Date: dal 31 Ottobre ore 10:00 al 4 Novembre ore 18:00
Luogo: Celleno
Modalità: residenziale a prenotazione obbligatoria, vitto e alloggio inclusi nella quota.
Info e prenotazioni: workshop@ilcircoverde.com
Il laboratorio ha l’obbiettivo di fornire alcuni strumenti propri del gioco clownesco.
Attraverso una sequenza di esercizi, i partecipanti potranno sperimentare una varietà di tecniche (uso della maschera, teatro fisico, elementi di mimo, improvvisazione, rapporto con il pubblico, elementi di costruzione del personaggio, elementi di composizione) e, nella seconda parte del laboratorio – grazie ad una serie di improvvisazioni guidate – utilizzarle per “nutrire” la propria proposta scenica. Il gioco e l’urgenza saranno i motori fondamentali di tutto il lavoro. Chi vorrà potrà utilizzare le tecniche di cui è già in possesso (giocoleria, musica, recitazione, canto, acrobatica, danza, cucina, conoscenza delle erbe spontanee primaverili, psicologia dell’età evolutiva, fresatura del legno ecc..) per arricchire ulteriormente il proprio gioco clownesco.
Il Clown Teatrale Facendo propria la visione che il clown ha del mondo, si riscopre la fragilità dell’essere umano allontanando da sé quel “teatro” che la vita ci costringe ad interpretare ogni giorno.
Quest’esperienza di “svuotamento” porta la persona ad uno stato estremamente ricettivo che consente di entrare in ascolto con sé e con il circostante (lo “stato clownesco”). E’ una ricerca tutta personale, che mette in rapporto innanzitutto con la propria umanità. Dal lavoro nasce un personaggio che col tempo acquisisce una personalità, una memoria emotiva, un linguaggio gestuale, un bagaglio di esperienze accumulate nella vita sulla scena. Non esiste “IL” clown; o meglio, non esiste un solo clown, e nemmeno una regola che lo definisca in maniera univoca. Ci sono, infatti, tanti tipi di clown, tante possibilità, tanti stili diversi quanti sono i clown esistenti, i clown che ognuno crea. E’ un po’ come fare una zuppa, un puzzle, un patchwork, che ognuno assembla a suo piacimento, a seconda del proprio gusto, delle proprie specificità, delle proprie abilità, della propria storia… gli “ingredienti” si possono trovare ovunque: nel teatro, nel circo e nell’arte di strada, nelle proprie caratteristiche fisiche, nelle tecniche di cui si è in possesso, nell’osservazione della vita di tutti i giorni… “Ci si accorge che le certezze, in realtà, sono fatte di polvere, si deposita addosso senza farsene accorgere, e piano piano ingrigisce ogni gesto; ma una volta scoperta, si può scrollarla via con il movimento giusto.” Il clown non è un fine, ma un mezzo, uno strumento per trovare una maniera sincera di stare sulla scena, annullando la barriera tra sé ed il pubblico.
Emanuele Avallone, clown teatrale ed artista di strada, con La Compagnia della Settimana Dopo ed il duo Chien Barbu Mal Rasè crea e porta in scena spettacoli sempre attenti alla relazione col pubblico ed al gioco teatrale. Porta avanti un percorso di formazione sul teatro popolare, è regista ed occhio esterno di spettacoli di circo-teatro e teatro di strada, ama la montagna e si domanda sempre più spesso: “ma come ci sono finito in questa situazione?”